Elezioni 2014: ‹Rien ne va plus›
La pallina continua a girare, indolente, sembra non volersi fermare mai, ed i giocatori professionisti sanno che possono ancora disporre di qualche manciata di secondi per completare le loro puntate. Ma la pallina sta per fermarsi. A questo punto non ci sono più i tempi per attendere. Bisogna puntare.
Quasi tutto ciò che doveva succedere è successo. Mauro ha salutato il PDL, i Rossomori hanno salutato il PD, seguiti a ruota da Maninchedda, IDV (per quello che può contare) si è spaccata.
Non si sono ancora schierati "ufficialmente" il PSdAz e le formazioni minori dell'area indipendentista ed identitaria, se si fa eccezione per Forza Paris, che si è dichiarata interessata alla proposta di Unidos ma ha forti perplessità sulla possibile candidatura di Mauro Pili.
A questo punto, se a guidare le scelte degli uomini fosse solo la ragione e se a guidare le scelte politiche dei partiti e gruppi (grandi e piccoli) indipendentisti, sovranisti, autonomisti, federalisti etc etc fosse solo l'interesse della Sardegna e dei Sardi, le condizioni per creare una grande coalizione identitaria ci sarebbero tutte.
C'è una ragione politica fondante: questa Italia non può risolvere i nostri problemi né vuole farlo, per cui dobbiamo fare da soli rinegoziando tutti i rapporti con lo Stato italiano e con l'Unione Europea. Alcuni mettono in secondo piano questa ragione, altri la considerano prioritaria, ma per tutti non può che essere questa – oggi e nel concreto – il cemento capace di unire in modo forte le varie anime non dipendenti dei Sardi.
Ma ci sono anche molte buone ragioni tattiche, condizionate dalla legge elettorale: nessuno dei Partiti, gruppi e movimenti del mondo identitario può ragionevolmente pensare di essere sicuro di portare a casa il 5% da solo o il 10 % in una coalizione finta.
Il cosiddetto target di riferimento – i sardi che sono liberi di scegliere e che devono decidere tra Grillo e le coalizioni di centrodestra e centrosinistra guidate dai due maggiori partiti cosidetti italianisti – può premiare una coalizione identitaria soltanto se sarà capace di presentarsi come matura, quanto meno unita dalla scelta di un candidato Presidente condiviso, capace di esprimere sintesi , garanzia e rispetto verso tutti.
I modi per sceglierlo/a democraticamente possono essere i più svariati ma sono tutti condizionati dal buon senso che deve guidare le scelte dei gruppi dirigenti e dal senso di responsabilità e di abnegazione che deve illuminare coloro che sentono (qualche volta con ragioni più che valide) di avere delle chances in più rispetto ad altri.
Alcuni da tempo hanno detto "io ci sono" altri si sono aggiunti di recente. Non c'è più tempo per gli attendisti, bisogna puntare. Se non riusciremo in questa impresa daremo ragione a quanti ci considerano una massa di coglioni incapaci di mettersi d'accordo sulle questioni basilari. Naturalmente non tutti avrebbero lo stesso grado di responsabilità per il raggiungimento di questo splendido risultato.
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Agostino Peloso